Di questo libro di Margaret Mazzantini non ve ne ho mai parlato.
L’ho fatto di proposito, non perchè non vi abbia mai pensato.
Non lo so, ma sono fatta così!
Delle cose che amo di più faccio una fatica bestia a parlarne.
Soprattutto in forma scritta.
Ho paura di non esserne all’altezza, di rovinare tutto con quattro misere parole, di incatenare un’emozione che vorrei lasciar volare libera dentro di me per l’eternità.
A parole, invece, è tutto più semplice.
Perchè, quando parli di un libro che ami, è così. Dopo un stupendo!, un è il libro più bello che ho letto in vita mia, un sono stata sveglia tutta la notte per finirlo oppure il finale mi ha sorpreso e mi ha fatto piangere come non mai, puoi sempre nasconderti dietro a un bel non posso dirti di più, altrimenti ti rovino il piacere di leggerlo.
Ammetto che inizialmente non volevo saperne di questo libro. Avevo ancora piantati in gola gli aghi di Non ti muovere, lo stupore per una storia che fatico a credere possa essere uscita dalla mente di una donna, la nausea per quello stile asciutto e a tratti brutale che ti incatena alle pagine e non ti fa più andar via.
Poi un’amica mi dice ho letto un libro stupendo. E’ una pugnalata nella pancia, uno di quei libri che ti fa venir voglia di piantar tutto e partire per Sarajevo.
Sarajevo?
Beh! sinceramente non è proprio in wishing list …
Però non riesco a dirle di no e nell’arco di un paio d’ore stringo tra le mani quella copertina tanto verde quanto assurda. Non la capisco. Forse mi piace, non lo so, ma mi sa tanto da fregatura editoriale.
Per la prima volta in vita mia evito di leggerne la trama. Tolgo la copertina morbida e infilo il libro nella valigia che di lì a qualche ora riaprirò in Turchia.
Il resto fa parte dei ricordi più belli del secondo viaggio in una terra che amo alla follia.
L’inizio della passione fagocitante che legherà Diego ad Emma per il resto dei suoi giorni lo leggo stesa al sole nella spiaggia di Cleopatra, quella che la tradizione indica come luogo degli incontri con Marcantonio.
Il viaggio in Bosnia, fatto nella disperata ricerca di avere un bambino, scorre dolorosamente sotto ai miei occhi mentre Samir cerca in mille modi di catturare la mia attenzione. Lui, che solo Dio sa quanto a ragione possa essere definito figlio di un miracolo.
La lacerante scena finale – quella dove tutta la verità viene a galla, dove i fili si ricompongono e le lacrime non riescono ad essere trattenute nemmeno dal buon senso – divampa come un incendio in una notte senza luna. Il cielo sopra di noi è tempestato di stelle – quate sono! dice meravigliato il mio cucciolo – e oltre il muro della nostra stanza ardono i fuochi eterni della Chimera. Me li immagino lassù, sparsi a caso nel buio della notte come quelli che rischiarano la tragedia di Sarajevo nei mesi più drammatici dell’assedio.
Perchè in fondo – al di là di Gemma, di Diego, di Pietro, Gojko, Aska e Sebina – è questa città, in bilico tra le Olimpiadi invernali del 1984 e la guerra degli anni Novanta, la vera protagonista della storia. Ed è lì che vorrei andare quando chiudo l’ultima pagina del libro e quando ascolto le ultime note del film.
Perchè il film, uscito in questi giorni, l’ho già visto!
Io che solitamente mi tengo lontana dalle trasposizioni cinematografiche dei libri che ho letto e ancor più di quelli che ho amato. Io che preferisco trascorrere la serata in compagnia di un buon libro che davanti ad uno schermo piatto. Io che non andavo al cinema – senza Samir – da 7 anni.
Ne sono uscita commossa da una storia che conoscevo già. Estasiata dalla bellezza di alcune scene e dalla maestria della fotografia. Folgorata dalla splendida interpretazione di Penelope Cruz.
Ecco perchè alla domanda meglio il libro o il film? risponderò sempre senza dubbi prima leggi il libro e poi non lasciarti fuggire il film. Possibilmente sul grande schermo …
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Son pienamente d’accordo con il tuo consiglio: entrambi belli belli!!
😉
Ho già prenotato il libro in biblioteca…
Ho controllato nello spam… il tuo commento non c’era 😦 vuoi riprovarci?
che curiosità! Io adoro avere un libro da leggere e sapere che dopo potrò anche guardarne il film! Non sempre i film mi soddisfano, ma è comunque un bel divertimento criticarli! ah ah! Penelope Cruz mi piace molto e tutto sembra promettere bene!
ecco, invece per me Penelope Cruz era un punto di domanda. non la pensavo in grado di interpretare una parte così. Invece se l’è cavata alla grande e mi ha stra-favorevaolmente sorpresa …
Aspetto di sapere il tuo giudizio
Ho amato questo libro come avevo amato “Non ti muovere”. Mi ha toccato nel profondo…e sì anche io ho avuto voglia di vedere la Bosnia…
Quando ho letto dell’imminente uscita del film mi sono detta: “Spero che come è successo per il film di “Non ti muovere” anche questo sia altrettanto toccante…” e mi fido del tuo giudizio, con la speranza di riuscire ad organizzarmi per andarlo a vedere.
Fallo Verdiana, perchè secondo me certe scene si apprezzano meglio sul grande schermo e certe composizioni dell’inquadratura andranno perse in TV. dai, ce l’ho fatta anch’io dopo 7 anni di astinenza dalle sale cinematografiche 😉
Grazie Monica, mi hai tolto un dubbio enorme. Volevo proprio vedere questo film ma avevo paura che fosse totalmente diverso da magnifico e toccante libro che in tanti mi hanno elogiato. L’unico remora circa il film riguarda il fatto che leggendo il libro potrò piangere indisturbata, al cinema…… come farò a trattenere i singulti???
Beh! si mescoleranno con quelli dei vicini e nessuno se ne accorgerà …
Comunque prima il libro, Simona, eh?!?!?