Musei e bambini non sono come il diavolo e l’acqua santa. Anzi, possono essere un binomio perfetto se abbinati nel modo corretto. Lo so che a molti sembrerà impossibile, ma la visita ad un Museo o ad una mostra d’arte può trasformarsi nel momento indimenticabile di una vacanza o nell’idea vincente per un fine settimana diverso dal solito. Senza contare che è una vera bacchetta magica in un pomeriggio di pioggia, l’occasione per approfondire in modo divertente quanto appreso a scuola, il trampolino di lancio per nuove curiosità e passioni.
Già da diversi anni, anche in Italia, i Musei hanno iniziato a spalancare le porte ai piccoli visitatori. Proponendo esperienze ad hoc, attività ludiche, spazi studiati su misura, percorsi multisensoriali e approcci multimediali alle collezioni esposte. E soprattutto togliendosi di dosso quello strato di polvere che li rendeva così noiosi ai nostri tempi e creando dei momenti o degli spazi riservati ai bambini dove l’imperativo è VIETATO NON TOCCARE.
Eppure mi capita ancora spesso di incontrare genitori restii ad andarci insieme ai propri figli. C’è chi dice che non stanno mai fermi e disturberebbero gli altri visitatori e chi si aggrappa alla paura di non saper rispondere alle domande che usciranno dalle bocche delle piccole pesti.
La mia sensazione, invece, è che molti genitori siano ancora condizionati dalle esperienze vissute da piccoli e non riescano ad abbinare alla parola Museo aggettivi dal valore positivo, quali bello, divertente, emozionante. Una sorte simile capita a molte altre parole legate ai luoghi della Cultura, soprattutto se terminano con il suffisso -teca: pinacoteca, gipsoteca, biblioteca, ecc. Per non parlare dei siti archeologici e dei luoghi legati ad avvenimenti storici. Unica eccezione, il mondo dei castelli. Salvati miracolosamente da uno dei sogni più tipici dell’infanzia: svegliarsi un bel giorno nei panni di prodi cavalieri e bellissime principesse.
A chi mi chiede come fare perché i bambini imparino ad andare volentieri al Museo, mi sento di dare alcuni consigli maturati sulla mia esperienza personale. Esisteranno sicuramente mille altri trucchetti e se vuoi aggiungerli nei commenti qui sotto sono più che ben accetti. Intanto ecco i miei:
Non esiste l’età giusta per portare un bambino al museo per la prima volta. Ogni momento è quello giusto per iniziare, basta entrarci serenamente e senza paura di disturbare. Nei primi mesi di vita il bambino è molto più gestibile che a due o tre anni: non scappa da tutte le parti e quasi sicuramente trascorrerà parte della visita tra le braccia di Morfeo. Se così non fosse, la sua attenzione sarà catturata da tutte le novità che il Museo ha in serbo per lui. Frequentare il Museo fin dai primi mesi di vita aiuta il bambino a percepirlo come un luogo familiare, un luogo dove è bello tornare di tanto in tanto.
A mio avviso la cosa più importante per avvicinare un bambino all’arte, alla scienza e alla cultura è non obbligarlo MAI a visitare un Museo. So bene che inizialmente sarai tu a suggerire di visitarne uno, visto che lui ne ignora perfino l’esistenza. E’ un momento molto importante per costruire un’ esperienza positiva e memorabile e va preparato con attenzione. Sta a te, infatti, scegliere un Museo che possa interessarlo e nel farlo verifica sempre che ci siano spazi e attività alla sua portata. Vedrai che pian piano sarà lui a chiederti di fare delle esperienze culturali, magari spinto da un servizio visto in TV o da un’immagine pescata chissà dove. Mai sprecare queste occasioni preziose, anche se il Museo che lui ti proporrà dovesse essere di nessun interesse per i tuoi gusti.
Una volta scelto il Museo da visitare, proponilo a tuo figlio in modo accattivante. Stuzzica la sua curiosità per ciò che andrete a vedere, in modo che il Grande Momento sia atteso con la giusta dose di impazienza e curiosità. Per farlo puoi cercare libri illustrati dedicati all’argomento, leggere storie inerenti i personaggi che incontrerete, scaricare il materiale ludico dal sito del Museo – se disponibile – e cercare dei video su Youtube. Nel fare questo non attenerti solo agli oggetti effettivamente esposti, altrimenti rischi di non trovare nulla. Se per esempio hai in mente un Museo Archeologico dove c’è una statua di Ercole, cerca un libro illustrato sulle sue fatiche.
Una volta arrivati al Museo, straccia l’elenco delle opere per cui il Museo è celebre e dimentica quelle che vorresti vedere tu. Lascia a tuo figlio la scelta di cosa vedere e quanto tempo dedicare agli oggetti che lo interessano. Comunque vada, sarà un’ottima guida!
Se sei riuscita a creare un po’ di suspance nei giorni precedenti, facile che voglia trovare l’oggetto di cui avete parlato e su cui tu avrai sicuramente qualche curiosità da aggiungere – è il famoso asso nella manica! Non stupirti però se lui sarà attratto da tutt’altro e verrà ipnotizzato da un’opera di nessun significato per le migliaia di visitatori che vi passano davanti ogni giorno. Lascialo che se la goda fino in fondo e se poi ti chiede di uscire non trattenerlo oltre. Per oggi ha già trovato quel che cercava.
Preparati: ti farà sicuramente delle domande e ad alcune non saprai dare risposta. Ammetti senza vergogna la tua ignoranza e sfrutta l’occasione per cercare insieme a lui la risposta corretta. Sempre che esista, vista l’immaginazione dei bimbi nel porre domande … Se non trovi la risposta al Museo, cercala una volta tornati a casa. Magari coinvolgendolo nella tua ricerca, se è già grandicello.
Fai anche tu, a tua volta, delle domande durante la visita. Domande aperte, a quiz, a trabocchetto. Sono una bacchetta magica per tener viva l’attenzione.
Come dicevo, fin verso i due anni non ci sono grandi problemi a visitare un museo con i bambini. Ci si può andare nell’orario in cui sono soliti dormire e godersi parte della visita come ai vecchi tempi. Tra i 2 e i 4 anni invece, complice la carenza di attività per bambini così piccoli e il loro essere in perenne movimento, le cose si complicano un po’. Ma non desistere, ti prego. Cerca Musei con aree studiate appositamente per i piccolissimi, con atelier ricchi di colori e materiale creativo, aree adibite al gioco multisensoriale o spazi per il travestimento. In Italia non ne esistono moltissimi, ma non disperare: è la scusa buona per visitare una capitale europea. Solitamente i Musei della Scienza e della Tecnica (bello anche quello di Milano, che per i piccolissimi offre laboratori di bolle di sapone), i Musei di Storia Naturale con i loro animali imbalsamati, le Città dei Bambini (ce n’è una anche a Genova) e i Musei Open Air (come questo) sono ottime basi di partenza, dove il divertimento è assicurato anche per i piccolissimi.
In Italia non mi risulta ci siano gli Open Air Museum, presenti in abbondanza nei paesi scandinavi e del Nord Europa. Come dice il nome stesso, sono dei Musei in cui la parte all’aria aperta la fa da padrona e i bambini sono liberi di scorazzare qua e là. Possono essere ricostruzioni di città del passato, antiche fattorie o musei viventi di storia. Quel che li accomuna, oltre agli ampi spazi aperti, è la presenza di personaggi in costume intenti in attività artigianali ormai scomparse, che non mancheranno di stuzzicare la curiosità dei più piccoli. In molti c’è la possibilità di travestirsi a tema e/o di provare a svolgere delle attività insieme ai figuranti in costume, come creare una corda con le proprie mani nel Museo delle Navi Vichinghe.
Tra i 4 e i 6 anni le cose si semplificano notevolmente. I bambini iniziano a stare un po’ più fermi e la loro capacità di attenzione aumenta. E’ forse il momento più bello per vivere il Museo con mamma e papà e soprattutto l’ultima occasione per avvicinare un bambino ai luoghi della cultura senza l’assillo di nozioni da imparare e riferimenti al programma scolastico. L’offerta di attività ludico-didattiche è ormai ampia anche in Italia e spazia dalla caccia al tesoro alla realizzazione di opere creative, dalle visite animate ai corsi di cucina, dalle fiabe musicate ai percorsi multisensoriali. Purtroppo molti musei italiani offrono queste attività solo per le scuole o in rare giornate dedicate alle famiglie. Informati bene e non lasciarti sfuggire l’occasione.
Nonostante in Italia l’idea di Museo come serie di stanze ricolme di opere d’arte sia dura a morire, iniziano a far la loro comparsa anche strutture dotate di laboratori creativi, ristoranti e book-shop. Il mio personalissimo consiglio è quello di vivere il Museo nella sua interezza per trasmettere al bambino l’idea che è uno spazio vivo. Un buon gelato nella caffetteria all’ultimo piano è sicuramente il modo migliore per terminare la visita. E poi c’è il book-shop, sempre più spesso fornito di un angolo bimbi con libri e giochi a tema. So bene che le nostre case straripano di giochi inutilizzati e i nostri figli non hanno bisogno di averne altri, ma il caso del Museo è un caso a sé. Spesso qui si trovano giochi e libri difficilmente reperibili altrove e il più delle volte sono scelti con buon senso. Inoltre, quale modo migliore per ricordare la bella giornata trascorsa al Museo insieme a mamma e papà?
Mantenere vivo il ricordo dell’esperienza vissuta, soprattutto se si è rivelata divertente, è molto importante per stimolare nel bambino il desiderio di tornare presto al Museo. Lo si può fare in mille modi: rispolverando di tanto in tanto il libro o il gioco acquistato al termine della visita, coinvolgendo il bambino quando raccontiamo l’esperienza ai genitori degli amichetti, appendendo in casa una foto scattata quel giorno, collezionando il biglietto d’ingresso, chiedendo ti ricordi quando siamo andati al Museo? ogni qualvolta un argomento si presti a questo tipo di domanda. A te la scelta …
Se ti stai ancora chiedendo perché portare i tuoi figli al Museo, smetti di farti domande e vai. Lasciandoti però contagiare dalla loro curiosità e dal loro entusiasmo. E’ l’unico modo per provare in prima persona quanto le moderne attività museali dedicate alle famiglie possano essere divertenti per grandi e piccini e per vivere giocosamente l’arte, la scienza e la cultura insieme ai tuoi bambini. Un’esperienza che da piccoli ci è stata spesso negata e che ci ha resi quello che siamo: un popolo incapace di cogliere il Valore del patrimonio storico-artistico del nostro paese e quindi di trasformarlo in fonte di ricchezza – economica e spirituale – per le generazioni future.
Buon divertimento!
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Bell’articolo, lavoro in un museo della Puglia a Trinitapoli, e cerco di continuo di far capire alle famiglie questi semplici concetti, ma che tanto si fatica a far credere! Ruberò qualche tuo consiglio scritto così bene! Grazie
Complimenti. Un decalogo perfetto.
Non possiamo lamentarci che le persone non frequentino i musei se non aiutiamo i nostri figli a viverli come luogo di meraviglia e piacere.
Certo, anche i musei devono fare la loro parte: io mi occupo di musei per mestiere, ma da quando sono padre (meno di due anni) ho ancora più chiaro che i percorsi spesso non aiutano i più piccoli.
Ma le cose stanno lentamente cambiando…
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Il Borgo Medioevale di Torino é open air 😉
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Bello, ma anche tu sei “caduta nella trappola”… anche nel “tuo” MUSEO “ideale” vigono i divieti… VIETATO NON TOCCARE è un divieto… quanto VIATATO TOCCARE… ;oP
Sicuro! Ma l’ho fatto apposta … 😉
Gli open air museum esistono anche in Italia… 😉
Davvero? Non ne ho mai trovato uno e mi farebbe piacere sapere dove si trovano. Puoi per favore citarmene qualcuno qui? Potrebbe essere utile anche ad altri genitori
Ciao, in Italia esistono dei parchi archeologici molto belli che realizzano tantissime attività per bambini e famiglie. Per esempio il parco di Montale http://www.parcomontale.it/; quello del Livelet http://www.parcolivelet.it/ o quello di Saturo http://www.parcosaturo.it/visite.htm. Sono molti i musei che da noi stanno sviluppando attività per bambini, come quelli segnalati dalla FaMu (famiglie al museo) https://www.facebook.com/famigliealmuseo. Per quel che riguarda i castelli, ci sono anche le attività per famiglie realizzate la prima domenica del mese a Castel del Monte o presso il castello di Bari https://www.facebook.com/castelliemuseianimati. E questi sono solo alcune delle realtà esistenti… Questi ultimi non sono musei open air, ma credo siano perfettamente in linea con il tuo articolo 😉
Sì, sì … infatti ho detto che anche l’Italia per fortuna si è messa al passo con i tempi e ora non c’è che l’imbarazzo della scelta. Grazie per la segnalazione dei musei open air: avevo sentito nominare solo quello del Livelet, ma non l’ho mai provato. Penso sia arrivato il momento giusto 😉
A me viene in mente anche il parco di Pinocchio a Collodi…
http://www.pinocchio.it/
Vedi anche:
Museo delle palafitte del Lago di Ledro http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Museo_delle_palafitte_del_lago_di_Ledro
Parco archeologico villaggio neolitico di Travo http://www.archeotravo.it/
Di prossima apertura uno collegato al Museo Archeologico di Monterenzio, http://www.storia-culture-civilta.unibo.it/it/servizi-e-strutture/musei-1/museo-civico-archeologico-luigi-fantini
😉
Era l’ora che anche i musei italiani incominciassero a rendersi più stimolanti anche per i bambini. Ogni museo dovrebbe avere almeno una parte dedicata a loro. Secondo me anche gli adulti potrebbero imparare molto riattivando la curiosità infantile.
Su questo non ho dubbi, tanto che una delle frasi che mi ha colpito di più in una conferenza sul ruolo del gioco all’interno dei musei a cui ho partecipato recentemente diceva più o meno così: i musei dovrebbero imparare dai bambini i modi per riaccendere le curiosità nei genitori. Semplicemente fantastica!
Monica concordo in pieno. I miei ormai mi seguono volentieri a patto che si possa alternare museo/sito archeologico e attività di altro tipo. Questa estate in Sardegna si sono divertiti un sacco ad esplorare la necropoli di Angelo Ruju vicino ad Alghero perché potevano infilarsi in tutte le tombe (non a caso erano dette domus de janas, casa delle fate). E successone ha avuto a Malta la necropoli patrimonio dell’unesco di Hal Saflieni! siamo usciti da là con una fifuzza addosso, complice il buio e la musica “neolitica”. Mi pare che ora molti musei italiani inizino a capire che la divulgazione non è PECCATO! Vedi Le domus romane http://www.palazzovalentini.it/index.php?lang=
E oserei dire ERA ORA, cara Adele!
Ricordo ancora la mia sorpresa (e invidia) quando all’età di 11 anni ho visto dei bambini inglesi giocare nei musei di Londra. Ci abbiamo impiegato una trentina d’anni, ma pian piano ci stiamo arrivando anche noi 🙂
Inutile dirti che il mio cervello ferve di iniziative anche in questo campo, vero?
PS: certo che tu solo tombe e necropoli ai tuoi? Io almeno gli faccio indossare i panni da erede al trono asburgico … ahahahahaha 😀
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Molto molto interessante: il prossimo w-e vado a Madrid e mio figlio va per i 2 anni (21 mesi). Vorrei andare al museo del Prado ma mi sa che opterò per la sua fase di “abbiocco” post pranzo… Temo che Velasquez non lo elettrizzi particolarmente 😆😃
Quando il mio aveva 8 mesi ci siamo fatti il Van Gogh e il Rembrandt ad Amsterdam più tutto il Percorso Art Nouveau a Bruxelles (una figata pazzesca) mentre lui dormiva ed è andato alla grande. Abbiamo adottato la stessa tecnica fino ai 4 anni: alla mattina musei o attività adatte a lui e dopo pranzo nanna in passeggino mentre vediamo quello che piace a noi. La nanna al museo poi è comodissima: di solito sono luoghi tranquilli, con la temperatura ideale e la possibilità di organizzare la merenda all’istante. Pochi considerano questo fatto 😉