Quando dite giallo a cosa pensate? E se invece è rosso o blu?
A me è sempre capitato di associare i colori a degli angoli ben localizzati nel nostro coloratissimo pianeta e spesso ritorno da un viaggio incapace di descrivere a parole le particolari sfumature che cielo, terra e acqua hanno indossato, a una determinata latitudine e longitudine, per il puro piacere dei miei occhi.
Un piacere sensoriale che non ha pari, se non quello di immergersi nei colori fino a sentirene il profumo e la consistenza sulla pelle.
Come fare?
Beh! questa è una lezione che devo a mio figlio e che oggi voglio condividere con voi se siete disposti a seguirmi in giro per il mondo senza l’incubo del non sporcarti.
Iniziamo dall’isola di Moen, incastonata tra le fredde acque del Baltico. Qui, milioni di anni fa, Madre Natura si è divertita a costruire delle enormi scogliere di gesso che noi percorriamo in tutta la loro lunghezza, accarezzandole con le mani leggermente bagnate per fare nostro tutto il bianco di questa meraviglia paesaggistica. Siamo alla ricerca di fossili (di dinosauro, ovviamente!) da portare a casa e di pezzi di gesso naturale con cui immortalare, fino al prossimo acquazzone, il nostro nome lungo il corrimano dei 476 gradini che dalla battigia ci riconducono al parcheggio.
Lì vicino c’è Liselund Park, un giardino romantico nel vero senso della parola. Il verde che ci circonda è dei più intensi e ci riporta con la mente ai pascoli alpini e a quel senso di pace e serenità che non scambierei con nulla al mondo.
A scuola, quando spiegano gli effetti dei colori sulla psiche umana, dicono che il verde rilassa. Sarà, ma a me questa sacrosanta verità è sfuggita fino al momento in cui ho messo piede in Tirolo e mi sono ritrovata immersa in una tavolozza monocromatica capace di cambiare tonalità ad ogni leggero soffio di vento.
Impossibile resistere alla tentazione di togliersi le scarpe, correre, saltare e sentirsi nuovamente bambini quando si è dentro a dei prati così.
Non importa se ciò che sta più in là si chiama Scozia, Irlanda, Austria o semplicemente Parco Sigurtà. La tentazione è sempre la stessa e noi ci caschiamo ogni volta tra mille risate. Risate che rimbombano tutto intorno a noi mentre ci rotoliamo giù dai pendii assolati e vediamo l’azzurro del cielo mescolarsi vorticosamente al verde del prato.
La sensazione è inebriante come quando ci si immerge per la prima volta, ad 1 anno di età, nell’azzurro del mare della Grecia. Anche qui è il tatto il primo senso ad essere ammaliato da un colore che resterà a lungo nel cuore e sarà, forse inconsapevolmente, per sempre legato ad alcune delle emozioni e scoperte più coinvolgenti dell’infanzia.
Come quella di sperimentare qualche anno più tardi, sotto il sole cocente della Turchia, l’ebrezza di galleggiare nel blu. Quello dipinto davvero di blu.
Così blu da non permetterci di vedere il fondale un paio di metri sotto di noi, ma capace di trasformare le punte dei piedi in tavolette luminescenti che si muovono a una distanza difficilmente calcolabile.
E la sabbia, che colore ha?
Quando ci cammini ti sembra sempre uguale. Semplicemente color sabbia. Così percettivamente uguale da non ricordare se l’hai raccolta nelle dune mobili dello Jutland o in una spiaggia dell’Adriatico quando la ammiri, a distanza di tempo, nei vasetti di vetro allineati sulla mensola di casa.
Ma ci sono luoghi in cui anche la sabbia ha i suoi colori. Come la spiaggia rosa nell’arcipelago della Maddalena, la lunga distesa di sabbia bianca striata di nero sull’isola di Sal (Capo Verde), o quella che dall’alto del castello di Alanya (Turchia) sembra di una tinta uniforme e solo se passata tra le dita di una mano svela tutti i colori del mondo.
Idem dicasi per la terra.
Non c’è un unico colore per definirla e ci sono luoghi nel mondo che ci costringono a fermarci e guardare estasiati ciò che abitualmente calpestiamo senza farci caso. Uno di questi è la catena dell’Atlante, nell’Africa nord-occidentale. Un caleidoscopio di colori che ci costringe a fermarci più volte mentre saliamo verso le cime innevate. Quello che ci conquista maggiormente è il rosso. Da queste parti lo chiamano rosso Marrakech perchè identico a quello delle mura che difendono la splendida città imperiale.
Il vento lo solleva e in pochi minuti ce l’abbiamo addosso. Dappertutto. Nei capelli, sulle labbra, tra i vestiti. Non contenti, però, vogliamo provare l’ebbrezza di dormirci dentro e lo facciamo all’interno di un riad marocchino a Ouarzazate. Una di quelle tipiche case marocchine costruite con fango (rosso!) e paglia, come la suggestiva kasbah intarsiata di Ait Benhaddou che visitiamo poco prima.
Solo alcune centinaia di chilometri ci separano dalle Isole Purpuree, al largo di Essaouira. Quelle dove i Fenici facevano scorta di porpora e che noi vediamo sotto un cielo infuocato dalle tonalità che dal rosa e dal viola
sfumano fino all’arancione tipico di ogni tramonto. Ne ho un paio nel cuore, le cui tinte non si sono scolorite con il passare degli anni.
E infine c’è il nero, quello della notte tempestata di stelle che ogni anno ammiriamo con il naso all’insù da un lido solitario. O quello del bosco nell’antico regno di Licia che attraversiamo al lume di una torcia elettrica. La meta da raggiungere è il sacro fuoco della Chimera, che da millenni fuoriesce dalle fenditure del terreno e, se spento, si riaccende da solo.
Il grigio lo troviamo per lo più in città ed è un non-colore che ci piace poco. Almeno fino allo scorso autunno, quando all’imbrunire l’abbiamo visto alzarsi per magia tra i prati di Pian del Cansiglio e mettere a dormire il mondo in una coltre di foschia.
Solo ora, giunta alla fine del viaggio nella gran tavolozza del nostro pianeta, mi accorgo di non aver risposto alla domanda iniziale …
Ebbene, quando dice giallo, Samir specifica sempre come il sole. Io, invece, fino alla scorsa estate pensavo a Van Gogh e ai capolavori realizzati negli anni trascorsi nel sud della Francia, senza sapere che il mio campo di grano l’avrei incontrato tra un temporale e l’altro lungo la strada per Skage, in Danimarca.
Mentre aspetto, curiosa, di sapere quale colore è legato nel vostro cuore all’emozione di un luogo vissuto da, o con i bambini, vado a dare una sbirciatina ai blog degli altri amici che questo mese hanno affrontato insieme a me il tema I BAMBINI E IL COLORE per la staffetta Di Blog in Blog:
La bussola e il diario: la vita e il viaggio
Mens Sana – Learning is experience
sono una mamma non sono una santa
Se volete partecipare anche voi all’appuntamento di giugno, qui trovate tutte le informazioni su come fare.
Pingback: In valigia: cosa tengo e cosa butto di ogni viaggio | Viaggi e Baci
Eccomi finalmente anche da te e sai che il tuo post mi ha messo brividi di gioia? Bello davvero bello.
Ciao Elena
Grazie Elena! Mi commuovi …
Bellissimo davvero il tuo post, complimenti 🙂 E grazie per i viaggi colorati che mi hai fatto fare leggendoti.
Simo
Grazie Simo!
Se vuoi far fare anche tu un viaggio colorato a me, ti invito a partecipare a questa iniziativa:
viaggiebaci.wordpress.com/2012/05/16/i-colori-dei-miei-viaggi
Ieri mi ero persa il tuo post: proprio bello! Luoghi meravigliosi…
grazie
Pingback: I colori dei miei viaggi « Viaggi e Baci
Bellisime foto e bellissimi i colori! Piacere di averti incontrata…mi vedrai spesso!
ti aspetto con piacere!
e oggi riuscirò a commentare?
fatto! scusa ma dovevo provare…
Bellissimo post…fai venire un’incredibile voglia di viaggiare!
che meraviglia il tuo post sono senza parole mi sono persa nelle foto a presto rosa.kreattiva
grazie, grazie, grazie!
mi hai regalato un sogno, un viaggio, mi hai fatto rotolare con te nel verde, mi hai fatto toccare con mano, respirare quei colori… ancora grazie…
Che bello questo giro del mondo colorato. Anche per me è così, ricordo l’emozione dei colori intensi che mi entravano negli occhi sorvolando l’Africa o l’Indonesia. Meraviglia per la vista e per l’anima. Davvero originale questa interpretazione del tema (anche io nella staffetta). ciao!
Che dire mia cara Monica bellissimo post, eccezionale!
😉
Che post meraviglioso!! Ero lì in viaggio con te, a sentirti raccontare le tue emozioni… Il mio colore è il verde, come ho scritto nel mio post, è il colore dei prati che mi hanno vista giocare insieme al mio bimbo, a Sugurtà per esempio.. Chissà, magari ci troveremo lì a fare un po’ di Tai chi!
Magari! all’alba o al tramonto deve essere un’esperienza senza pari al mondo …
Bellissimo post, e posti bellissimi! 🙂
A che meraviglia! Rientrata dopo una interminabile giornata di corso, leggere e soprattutto tuffarmi nei colori delle immagini di questo post, non ha prezzo!
Che bel “viaggio” nei colori!Grazie!
…che viaggio mi sono fatta con le tue foto!!ILE
WOW! Immagini da togliere il fiato!
Che bellissimo viaggio ci hai regalato, grazie Monica (compagna-di-staffetta!)
io resto con i colori della namibia nel cuore (viaggio di nozze, niente figlio, ma ci ritorneremo insieme prima o poi): il rosso/giallo del deserto, il blu del cielo, l’arancione del “sundown”….una intensità unica, che ci ha pervaso occhi, cuore, cervello, anima…mai ritrovata altrove. Baci,a presto!
è uno dei miei sogni …
Se devo essere sincera anch’io ho nel cuore i colori dell’Africa, soprattutto del Safari in Kenya, ma avendolo fatto senza bimbo al seguito era fuori argomento per la staffetta 😉
I colori dei tuoi viaggi sono a dir poco stupendi…. hai ssaputo con le tue immagini e con le tue parole dargli uno spessore, quasi un odore!!!
Molto brava….
Il mio colore nel profondo è l’arancio…..
legato forse ad una vita passata in cui penso di essere stata una streghetta, ma questa è un’altra storia…
Un abbraccio
Moni
curiosissima di conoscere meglio questa storia …
eheheheheheh magari un giorno quando ho un pochino di tempo vengo a raccontartela!!!!!!
😉
guarda che ti aspetto, eh?!?!? anche perchè adoro le streghette …
mi piace viaggiare, scoprire mondi diversi, imprimermi negli occhi i colori del mondo… leggendo il post ho sognato di essere con te in Tirolo, di correre sulla sabbia rossa, immergermi nell’acqua turchese della Grecia… colori che fanno bene all’anima, prima ancora che agli occhi!
Che ne dici se ti followo?
“colori che fanno bene all’anima, prima ancora che agli occhi!” bellissima frase … grazie ;D
Se mi followi sei più che benvenuta, sia qui che sulla pagina FB
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Ma questo non è un post……. è una poesia!!!! Monica, non ti smentisci mai, hai la capacità di farci viaggiare con le tue parole ed i tuoi racconti che in questo post hanno assunto le tinte della natura. Grazie per avermi regalato 5 minuti magici. Un abbraccio Simona
grazie a te per aver proposto l’argomento, se non vado errata!
Bellissimo post! Hai ragione, è la natura che ci insegna i colori e ci restano impressi nell’anima fin da bambini! Il verde del Parco Sigurtà lo ricordo alla perfezione. E da adulta il rosso fiammante dell’Uluru, l’Ayers Rock australiano, al tramonto… colori impressi a fuoco nella memoria.
E la sabbia multicolore di Piscinas in provincia di Oristano?
Non ci crederai, ma domenica sera ho iniziato a cercare sul web informazioni sulla Sardegna e proprio nella zona di Piscinas. Poi lunedì mattina a colazione mi figlio mi guarda e mi dice “mamma, un giorno mi porti nel paese dove ci sono i canguri che saltano?”
Solo coincidenza? Mah …
Questo tuo racconto di viaggi e colori mi è piaciuto tantissimo, mi hai fatto sognare posti che non visto e ricordare posti che amo… anche per me la scoperta del verde è avvenuta in sud Tirolo e la riscoperta in Austria e in Irlanda, dove la mescolanza con l’azzurro del cielo è indimenticabile. Il grigio lo amo,infatti lo associo ai tetti di Parigi… in agosto ti saprò dire se amerò allo stesso modo il rosso dei tetti di Praga 😉 Sono davvero contenta di averti conosciuta… chissà che non ci si possa prima o poi conoscere di persona!
Bellissimo questo arcobaleno, io adoro il verde del trentino!! E al Parco Sigurtà faremo un salto, me ne hanno apralto tutti benissimo!!!
prima o poi ci scriverò pure un post, perchè è stupendo … davvero!