Viaggi e Baci

di arte, di viaggi, di libri e altre passioni

I miei viaggi e quel tocco di … Serendipity!

Non c’è viaggio senza un tocco di Serendipity. Lo sa bene chi è abituato a viaggiare in modo indipendente e ama allontanarsi dai sentieri più battuti. A costo magari di perdersi – in senso letterale – o di perdere una delle meraviglie elencate nella guida in cambio di …
Se hai mai provato a scoprire per caso qualcosa di bello e di unico mentre stai cercando altro, hai capito perfettamente di cosa sto parlando. E’ un’emozione magica, impossibile da descrivere a parole. Per me è il momento clou di un viaggio. L’attimo che lo rende unico. Il ricordo che non morirà. 

Non ricordo esattamente quando ho avuto la fortuna di sperimentare per la prima volta il sentimento che gli inglesi definiscono con il leggiadro termine di Serendipity – non è meravigliosamente affascinante anche il suo suono?
So solo che più passano gli anni, più non ne posso fare a meno. La gioia che provo nell’imbattermi in qualcosa di bello e assolutamente inaspettato è così forte da avermi indotto piano piano a modificare anche il mio stile di viaggio. Anzi, negli ultimi 15 anni sono cambiate addirittura le aspettative che nutro prima di partire e la memorabilità di un viaggio per me è sempre più legata alla Serendipity che sa regalarmi.

Forse per questo non pianifico più i miei viaggi e lascio sempre aperta la porta al Caso. Anche se non-pianificare nel mio caso non vuol dire assolutamente non-studiare preventivamente la meta. Anzi!
Come ho già spiegato qui, sono una maniaca della fase pre-partenza e considero la lettura una tappa imprescindibile del prima-durante-e-dopo. Oltre alle classiche guide, amo leggere romanzi ambientati nel paese che sto per visitare o scritti da autori nati in quella regione. L’ho fatto anche ultimamente, ricordi?

Ma non è stato sempre così e questa “nuova” abitudine è legata profondamente alla Serendipity di cui sto parlando. Risale al mio primo viaggio in Turchia, nel 2005. Come sempre avevo già un libro in valigia, ma temo non sia stato nemmeno sfogliato. Durante lo scalo a Malpensa, mi capita infatti casualmente tra le mani un libro dalla copertina giallina con delle sagome rosse incollate in primo piano. Alle loro spalle il profilo di un minareto e nel risvolto una manciata di parole che mi convincono ad acquistarlo:

Eskibahce è un tranquillo paese dell’Anatolia, adagiato sul fianco di una collina e popolato da personaggi un po’ strani. (…) Lì greci, turchi e armeni trascorrono in pace la loro semplice quotidianità (…)
E’ l’Impero Ottomano a tenere tutti uniti sotto a un’unica bandiera, e sarà sempre l’Impero Ottomano, con le sue guerre, la sua decadenza e il suo uomo del destino Mustafa Kemal Ataturk, a innescare ovunque la violenza incontrollabile che raggiungerà anche il paese sul fianco della collina (…)”

Penso che se mi sono innamorata follemente della Turchia, lo devo proprio al fatto di aver letto questo libro nei 15 giorni che vi ho trascorso la prima volta. Mentre fuori dal finestrino le steppe dell’Anatolia lasciavano posto ai Camini delle Fate, le rovine di Efeso cedevano il passo alle mura di Troia e il mare incontaminato di Assos preannunciava le trasparenze caraibiche dell’isola di Bozcada, io seguivo con il fiato in gola le vicende di Iskander il Vasaio, la bella Philothei, Ibrahim il Folle e compagnia bella.

leggere libro in spiaggia

Questa foto è stata scattata nell’isoletta di Bozcada, inaccessibile base militare fino a qualche anno prima del nostro soggiorno. Lì nulla ricorda la folle guerra tra greci e turchi e quello scambio forzato di popolazioni di cui vengo a conoscenza grazie alle vicende narrate nel libro. Nessuna traccia nemmeno dello sterminio degli Armeni, che il governo turco continua tuttora a negare.
Mentre me ne sto distesa beatamente su questa spiaggia, inizio a sentire tra le righe il rombo dell’artiglieria. Ignara che avrei letto le pagine più truci de L’impossibile Volo proprio sul battello diretto verso la penisola di Gallipoli, dove migliaia di croci bianche ricordano ancora i tragici fatti della Grande Guerra.
Non è stata una bella scoperta, certo. O almeno non lo è stata nel senso che comunemente attribuiamo al binomio bella scopertaIl bello è stato scoprire, con le lacrime agli occhi, quanto può essere emozionante farsi guidare alla scoperta di un nuovo paese da chi ha il dono della narrazione. E trasformare poi il felice incontro con uno scrittore in un’irrinunciabile abitudine di viaggio.

Ben diverso l’incontro a cui fa riferimento la seconda foto.

capo verde

Non è della bimba scalza che voglio parlare, ma di Cesaria Evora – la diva a piedi nudi. Di lei non sapevo nulla fino a prima della vacanza a Capo Verde, nel 2003. Non sono una patita di musica e fino a quel momento non avevo mai sentito parlare di morna e musica capoverdiana. Le mie conoscenze arrivavano al massimo fino al fado, genere che tra l’altro non ho mai seguito.
Ricordo che nella guida avevo letto di questa cantante e il fatto che fosse partita a piedi nudi da un’isoletta dell’arcipelago per esibirsi nei teatri più rinomati di tutto il mondo mi aveva colpito parecchio. Eppure durante la settimana nell’isola di Sal, di lei nessuna traccia. Poi un bel giorno ci imbarchiamo per un’escursione e nel piccolo mercato coperto di Boa Vista trovo una bancarella con i suoi cd. Ne acquisto uno, che ascolterò soltanto una volta tornata a casa.

E’ amore a prima nota, nonostante il primo pezzo sia un rifacimento di quel Bésame Mucho che avevo tanto deriso in passato. La voce e i ritmi malinconici della sua musica (se non la conosci, puoi ascoltarla qui) mi hanno conquistata a tal punto che per mesi e mesi in auto non ascoltavo altro. Nel luglio 2011 ho dovuto rinunciare al concerto a Venezia, ripromettendomi che non mi sarei mai lasciata sfuggire la sua prossima venuta in Italia. Immagina dunque la delusione quando, a dicembre dello stesso anno, sono venuta a sapere che, a piedi nudi, aveva intrapreso l’ultimo viaggio!
Il suggestivo incontro con la musica di Cesaria Evora non ha scatenato in me l’abitudine all’acquisto di cd legati ai viaggi, ma quando penso a Capo Verde il ricordo più bello è aver scoperto lei.

Mi accorgo solo ora di aver usato più volte la parola incontro per descrivere la felice scoperta di opere legate ad artisti di cui ignoravo l’esistenza prima di partire. Pensandoci bene, molti dei miei momenti di Serendipity sono legati più all’incontro che al luogo in sè. Forse perché gli incontri sono più inaspettati e mi permettono di cogliere sfumature di un luogo che altrimenti mi sfuggirebbero.
Tra tutti gli incontri, quelli che non smetteranno mai di sorprendermi e farmi gioire come una bambina sono quelli con gli animali nel loro ambiente naturale. Non penso al safari in Kenya o ai pesciolini del Mar Rosso, che pur mi hanno regalato emozioni fortissime. Penso a quelli con animali che ti sbucano sotto al naso quando meno te lo aspetti e che ti portano a rimandare ogni altro programma.

Il primo che mi viene in mente è una lumacona che ci ha attraversato la strada nel bosco mentre stavamo dirigendoci a piedi verso il castello di Neuschwanstein, in Germania. Per Samir è stato il primo incontro con una lumaca in carne e antenne e il tempo che abbiamo trascorso ad osservarla è stato non solo più lungo, ma anche più emozionante di quello dedicato al castello di Ludwig di Baviera.
Ammetto che questo particolare senso di Serendipity è aumentato a dismisura da quando sono diventata mamma ed è ora una di quelle sfaccettature del nostro nuovo modo di viaggiare a cui non rinuncerei per nulla al mondo. Per descriverlo scelgo una foto dal nostro ultimo viaggio in Andalusia: l’incontro al tramonto con una famigliola di stambecchi (o caprioli?) nel bellissimo parco di El Torcal de Antequera. La foto è merito del mio ometto …

Parc El Torcal de Antequera

E tu, a che ricordi di viaggio leghi il melodioso termine di Serendipity?
Se hai voglia di rispolverarli e condividerli con noi, hai tempo fino al 5 febbraio. Tutte le indicazioni le trovi nel blog di Elena, Anche oggi non ho vissuto per niente, ideatrice di questo bellissimo tema.

Altri momenti di Serendipity li ho vissuti qui:
A spasso per un tipico villaggio balinese
La pastilla au Poulet del La Tolerance
Tunisi: tour tra i meandri della memoria
A Rothenburg ob der Tauber è sempre Natale

17 commenti su “I miei viaggi e quel tocco di … Serendipity!

  1. bellissimo tutto il racconto…non so cosa scegliere tra la prima e la seconda foto…ma forse per un pelo scelgo la prima…visto che situazioni analoghe sono capitate anche a me…ed è stato bellissimo!

  2. Antonella
    5 febbraio 2015

    Ciao Monica, come sempre un post bellissimo. Leggendo la prima parte del tuo articolo mi è tornato in mente un vecchio ” senso dei miei viaggi ” che avevi proposto tu, ” I Libri dei miei viaggi ” e ricordo che anch’io scrivevo che senza la meravigliosa guida del romanzo Su una gamba sola, forse non sarei riuscita ad apprezzare così tanto il mio viaggio in Norvegia. E’ vero la lettura di un libro mentre si stanno visitando i luoghi in cui la vicenda si svolge, la capacità di accompagnarti che può avere un bravo scrittore è un grande momento di Serendipità. Belle tutte ma sceglierei la prima.
    Un abbraccio.
    Antonella

    • viaggiebaci
      6 febbraio 2015

      Sì. Antonella, ricordo il tuo post e se ho proposto quel tema il motivo penso risieda proprio in questa prima foto …

  3. acasadiclara
    3 febbraio 2015

    bello bello bello

    • viaggiebaci
      4 febbraio 2015

      🙂
      PS: io purtroppo non riesco a commentare il tuo, ma non so perchè … 😦

  4. robby
    3 febbraio 2015

    un super post il tuo. Ciao e buona giornata.

  5. Norma Ricaldone
    2 febbraio 2015

    Come al solito cose super, non mi aspettavo meno da te.
    E’ vero, per quanto programmi un viaggio c’è sempre qualcosa che non va come programmato e quella è la porta magica che ti immette in un universo diverso dove l’imprevisto diventa ordinaria meraviglia.
    La prossima volta tocca a me e sono un po’ agitata, spero di essere all’altezza, ho u po’ di idee, spero vi piaceranno.

    • viaggiebaci
      3 febbraio 2015

      “l’imprevisto diventa ordinaria meraviglia”: una delle descrizioni più belle che mi sia mai capitato di leggere sui viaggi. Fossi in te ne applicherei i diritti d’autore 😉

      PS: non ho dubbi che il tuo tema sarà altrettanto bello e con tutte le idee che normalmente ti frullano in testa in questo momento non vorrei essere un neurone nel tuo cervello … ahahahahahah!

      • Norma Ricaldone
        3 febbraio 2015

        Grazie, ho risposto al tuo post sull’onda dell’entusiasmo senza pensarci molto pensando a quello che provavo ed è stato molto bello.
        Quando qualcosa mi colpisce mi lascio prendere, il tuo post era davvero super, mi ha toccato veramente.
        Rileggendo a mente fredda la mia risposta mi è piaciuta davvero perché era proprio quello che volevo comunicare, sono felice di averlo fatto senza pensarci, sull’onda di un entusiasmo che mi spingeva a rispondere al più presto.
        Grazie dell’idea di brevettare la mia frase, mi è venuto in mente qualche lavoretto.
        Anche i miei neuroni sono d’accordo con te, sono piuttosto stanchi, non gli do tregua.
        Il tema ormai l’ho scelto, avevo paura che fosse banale dopo tutte le cose che ci hanno fatto sognare in questi mesi ma ripensandoci non l’ho scartato perché ogni volta trovavo nuove motivazioni, presto scoprirete cosa ho inserto per voi, speriamo bene.
        Buonanotte

  6. Elena
    2 febbraio 2015

    Non poteva che essere un post bellissimo ed emozionante il tuo! Come sempre una musa ispiratrice, grazie non solo per l’iniziativa, ma anche per tutti gli attimi che ci regali!

    • viaggiebaci
      3 febbraio 2015

      Grazie a te, Elena, per questo bellissimo tema. Ammetto che a me non sarebbe mai venuto in mente, ma mi è piaciuto fin dal primo istante …

  7. Alessandra Granata
    2 febbraio 2015

    Che meraviglia Monica!! ehehehe non avevo mai associato ad un viaggio la parola serendipity ed è vero … è magica!!!
    Un abbraccio enorme!!

    • viaggiebaci
      2 febbraio 2015

      Se devo essere sincera, nemmeno io prima che Elena lanciasse questo bellissimo tema. Ma appena ho letto la sua presentazione non ho avuto dubbi: ogni viaggio è una miniera di Serendipità …
      Ti va di partecipare? E’ un tema proprio bello e come sempre bastano 3 foto 😉

  8. viaggiebaci
    2 febbraio 2015

    Eh, eh … la cosa difficile questa volta è stata proprio scegliere le foto. Non tanto perchè ce ne fossero troppe, ma perchè alcune risalgono ai viaggi con i rullini in valigia, quindi poche foto che poi diventano orribili una volta fotografate per metterle qui … beh! pazienza … spero sopperiscano le parole!

  9. alesprint
    2 febbraio 2015

    Bellissimo Monica! Come sempre mi fai emozionare, perchè gli esempi che hai scelto per la serendipity dei tuoi viaggi, al di là delle foto, mi rammentano analoghe situazioni in cui una lettura, una voce o l’incontro con animali mi hanno lasciato un ricordo indelebile. Grazie!

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Questa voce è stata pubblicata il 2 febbraio 2015 da in il senso dei miei viaggi con tag .

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