Parlando dei mezzi di trasporto da utilizzare per andare in vacanza con i bambini, un pensiero continuava a frullarmi per la testa: si possono prendere treni, aerei e navi, ma la vera essenza di ogni viaggio è muoversi a piedi una volta arrivati a destinazione.
E’ questo l’unico modo per poter ammirare da vicino e lentamente la località che si è scelto di visitare, e ogni vero viaggiatore lo sa bene. Per questo una delle tre cose che non manca mai nella mia valigia è un bel paio di scarpe comode, anche per il mio baby-viaggiatore:
Nei nostri viaggi con Samir, senza camminare non avremmo mai potuto goderci le enormi dune di sabbia mobili nello Jutland, visitare piccoli borghi medievali inerpicati in cima a un colle e perderci nel gomitolo di stradine di Ouarzazate, una medina di fango e paglia alle porte del deserto marocchino:
Ad Aspendos, in Turchia, ci saremmo limitati a visitare il teatro romano meglio conservato al mondo, come fanno i turisti dei gruppi organizzati, senza arrivare alle rovine dell’acropoli e dell’acquedotto. Ad Alanya ci saremmo dovuti fermare alla fortezza interna che domina dall’alto la spiaggia di Cleopatra, senza le avventurose scalate tra le imponenti fortificazioni a strapiombo sul mare:
E in Grecia ci saremmo dovuti accontentare di una spiaggia affollata invece di avere a nostra completa disposizione, ad agosto, una delle spiagge più belle di Kythira, l’isola dove secondo la mitologia classica è nata Venere:
Ovviamente, a seconda dell’età, ci vuole la giusta attrezzatura per poter fare tutto ciò, a partire dal classico passeggino.
A noi è stato regalato il comodissimo Bugaboo, che mi sento di consigliare a tutti i genitori che in vacanza intendono continuare ad andare in terreni accidentati, a passeggiare sulla sabbia e sulla neve, a muoversi sotto la pioggia e tra i freddi venti invernali del nord Europa.
A patto di non perdere un pezzo in aereo andando in Tunisia; di scordare a casa il parapioggia/paravento se si è diretti ad Amsterdam; di gonfiare troppo le ruote per sentirle poi fragorosamente scoppiare, tra le risate di tutti, nel ristorante iper-chic di un museo di Bruxelles!
Tutte cose che mi sono capitate in prima persona e che hanno contribuito a rendere memorabili alcuni dei primi viaggi in compagnia del mio pulcino.
Attenzione, però! In gran parte delle metropolitane europee, muoversi con il passeggino può rivelarsi un incubo. Quasi mai si trovano ascensori e anche le scale mobili sono assai rare nelle stazioni più datate, che di solito sono le più centrali e quindi quelle dove vorrete andare voi. Potrete certamente contare sulla gentilezza di quelle poche persone che non sono di corsa, ma se vi muovete in due sarà tutto più semplice. Tornerete dalla vacanza con due bicipiti da fare invidia agli amici palestrati e del mal di schiena … beh! basta non parlerne con nessuno, ovviamente !
Però, direte voi, ci sono luoghi dove con il passeggino non ci si arriva, o non ci si muove, in nessun caso. E io ve lo confermo, ripensando con nostalgia alla scalata per raggiungere l’acropoli di Atene e ai 476 gradini che conducono alle scogliere in gesso di Moen.
In questo caso, se i bimbi hanno solo pochi mesi può tornar utile il marsupio, anche se devo ammettere che Samir non ci è mai voluto entrare!
Se invece sono un po’ più grandicelli e non hanno superato i due anni, vi consiglio lo zaino-portabimbi. Grazie al parasole regolabile in altezza può essere usato anche sotto al solleone, mentre l’ampia tasca posizionata sotto la seduta del bambino permette di portare con sè acqua e tutto il minimo indispensabile (ricordate che pesa tutto sulle vostre spalle!) per il bebè.
Se non siete dei patiti di trekking, la spesa potrebbe risultarvi eccessiva rispetto all’uso che ne farete: consiglio quindi di cercarne uno di seconda mano.
Ne troverete sicuramente in buone condizioni perchè dai 3 anni in poi i baby-viaggiatori non avranno altra scelta che usare le proprie gambe!
Ed è a questo punto che molti genitori cadono nel panico totale e iniziano a pensare che le vacanze con i bambini non saranno mai belle come quelle di una volta …
Per quanto mi riguarda penso che tutto si può insegnare: anche il piacere di passeggiare.
Ognuno deve trovare i modi giusti per insegnarlo ai propri bimbi. Io non posso far altro che raccontarvi la mia esperienza, con l’augurio di poterci incontrare un giorno in giro per il mondo.
Mi limito quindi ad illustrarvi alcuni dei miei trucchetti, tra cui potrete pescare quelli più idonei alle vostre abitudini familiari e al temperamento di vostro figlio:
1. camminare il più possibile nella vita di tutti i giorni
Andare a trovare i nonni o l’amichetto a piedi, utilizzare il servizio pedibus invece del pulmino per andare a scuola, parcheggiare alcune centinaia di metri dal negozio in cui ci si sta recando, proporre una passeggiata dopo scuola per andare a prendere un gelato o raccogliere le margherite in un prato sono tutti ottimi sistemi per allenare un po’ le gambe e far capire che molte cose si possono fare anche senza la macchina.
2. organizzare delle passeggiate nel week-end in compagnia di amici
Non importa se al mare, in montagna o in campagna. Camminare in compagnia fa dimenticare la fatica e aumentare la voglia di fermarsi fuori ancora un po’. Inoltre trasforma il camminare in un momento di sfida, divertimento e scoperta e a fine giornata sarete sorpresi di quanti chilometri siete riusciti a fare senza tante lamentele. Se gli amici sono già impegnati, basta cercare delle marce nei dintorni di casa: ce ne saranno sicuramente degli altri!
3. fermarsi a riposare di tanto in tanto
Ma solo quando e dove lo chiedono i bambini: fermarsi al bar ora potrebbe essere meno allettante di una sosta in un’area giochi fra mezz’ora! Approfittare di questi momenti per una merenda golosa è spesso un toccasana per recuperare le energie che sembravano definitivamente perdute poco prima. E anche un semplice particolare da osservare, un gioco da fare seduti o una canzone posso far tornare il buonumore.
4. portare con sè degli strumenti da vero esploratore
Da tirar fuori rigorosamente a sorpresa e nel momento giusto. A seconda della meta, possono essere una torcia, un coltellino a serramanico, un binocolo, una borraccia, le rachettine da trekking, un bloc-notes, una lente di ingrandimento, la macchina fotografica, un sacchettino dove raccogliere oggetti inusuali, ecc. Questo deve essere un momento magico, da assaporare senza alcuna fretta e lasciando ai bimbi tutto il tempo necessario per portare a termine le loro scoperte
5. fermarsi a chiaccherare e osservare personaggi interessanti
Un pescatore, un cacciatore, un motociclista, un pittore sono per i nostri bimbi delle figure mitiche che possono rispondere a mille domande e far vedere delle cose incredibili . Se poi sono gentili e si prestano pure a far provare gli attrezzi del mestiere, quell’uscita entrerà a gran diritto tra le gite indimenticabili. Però attenzione: quando dico interessanti, intendo interessanti agli occhi dei nostri cuccioli, e quindi includo anche i madonnari, i cantastorie e i musicisti improvvisati che affollano le nostre città.
6. seguire il percorso su una mappa
Che sia quella della guida o quella che trovate lungo il percorso, la mappa ha sempre un fascino grandissimo agli occhi di un bambino dai 3 anni in sù. Scoprire dove ci si trova, programmare possibili itinerari, lasciare a lui il compito di guidarci aiuta a camminare in città molto più delle soste davanti alle vetrine. A parte quelle di giocattoli, ovviamente!
E voi quale trucchetti adoperate per camminare con i vostri pupi?
Più ne scopro più aumenta la possibilità di veder realizzati due miei sogni: il trekking lungo il Vallo di Adriano in Gran Bretagna e il cammino di Santiago di Compostela in Spagna …
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E’ proprio vero, se sono interessati da quello che li circonda i bambini camminano eccome! Noi da montanari appassionati di trekking piuttosto che usare il passeggino siamo muniti di fasce port-bimbi e mei-tai che hanno il pregio di essere molto leggeri, di stare tranquillamente in borsa o zaino e permettere anche ai granicelli (3-4 anni) di riposare un po’ ogni tanto! e così si evitano i disagi legati al passeggino: se piove si sta in due sotto l’ombrello, se il bimbo ha sonno si fa un pisolino in spalla, se vuole camminare basta che scenda e non si ha un carico ingombrante sulle spalle e non ci sono problemi a superare gradini, salite e dislivelli… 🙂
bel consiglio Daria! Sono certa che sarà prezioso per chi è ancora in fase camminata-non-completamente-comoda
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Cara Monica complimenti, posso dare un giudizio “tecnico” se così si può chiamare? Un post strutturato montato e ideato veramente bene.
Che dire sui consigli noi siamo viaggiatori rigorosamente a piedi al limite del possibile. Importante è il coinvolgimento e non far sentire la noia, rendere ogni cosa interessante ai loro occhi con mille stratagemmi e poi certo bisogna essere abituati!
Il tuo giudizio tecnico vale doppio, quindi ti ringrazio inifintamente per i complimenti!
Aggiungerei, dove è possibile: lasciarli correre. Non ho mai capito come mai i bambini si stancano sempre meno a correre che a camminare!
proprio vero! domenica scorsa a una marcia, quando è iniziata la salita e io ho dovuto fermarmi a far riposare un po’ il cuoricino … lui ha iniziato a correre e cantare!
Bravissima Monica, wow – hai pensato propio a tutto perche e propio cosi che me lo riccordo quando il mio figlio era piccolo. Poi, le foto sono stuppene, priopio perfetti. Bel post! Lot’s of good ideas for families with little ones who love to travel. Nice!
Questo post è molto interessante… io aggiungerei un trucco che uso soprattutto camminando per musei: organizzo una specie di caccia al tesoro, molto semplice, del tipo… troviamo particolari nei quadri, contiamo quanti animali ci sono…
ottimo suggerimento!
Grazie …
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E grazie anche a te Monica…vedremo come ce la caveremo, visto che la fase comoda è finita e ora Fede dovrà iniziare a camminare!!!!!
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Vedi che siamo proprio in sintonia?? Sembra aver scritto questo post a quattro mani! Grande!